Secca del Capo
Grado di difficoltà (Basso, Medio, Elevato) | Medio per entrambi gli itinerari Elevato (con presenza di corrente) |
Profondità massima | 25 metri (percorso verde) 33 metri (percorso rosso) |
Visibilità (Bassa, Media, Alta) | Alta Media (se è presente corrente verso sud) |
Interesse (Medio, Alto, Da non perdere) | Da non perdere |
Zona dell’Area Marina | A |
La secca è sicuramente un’immersione emozionante e regala spesso incontri indimenticabili, tuttavia è opportuno verificare la presenza di corrente che a volte rende l’immersione adatta solo a subacquei di provata esperienza. Il verso della corrente condiziona non solo la localizzazione del pesce pelagico ma anche la visibilità, in genere ottima, che si riduce quando si direziona verso sud
La secca ricorda per la sua forma un panettone roccioso che da 33 metri risale a 13. La sommità, piatta e grande quanto un campo da tennis,risulta ben visibile fin dalla superficie.
Nella discesa non perdiamo il contatto con la cima del gavitello, e una volta giunti sul cappello della secca ci dirigiamo verso nord (versante Siracusa), fermandoci qualche istante sul bordo della cigliata. Qui, immersi in muri di castagnole, potremmo vedere ed avvicinarci a dotti, barracuda, saraghi e cernie.
Scendendo lungo il versante nord, tra i 18 e 20 metri, troviamo delle tane ricche di colori che spesso sono rifugio di magnose e cernie. Continuando la discesa arriviamo su un grosso masso poggiato sulla sabbia e inclinato sulla parete del panettone. Qui possiamo avvicinarci ai barracuda più grossi, ed osservare cernie e corvine che si rifugiano all’interno del grosso masso.
In base alla profondità massima che vogliamo raggiungere possiamo o mantenerci sui 22-24 metri oppure perimetrare la secca sul fondo sabbioso cioè a 33 metri.
Nel primo caso girato un piccolo sperone roccioso troviamo una lunga fessura orizzontale spesso tane di cernie e poi una grotta. Per quindi giungere ad un imbuto che termina in un piccolo anfratto a circa 20 metri. Questo percorso, interessante per i fotografi, è colorato da margherite di mare, briozoi, nudibranchi ed impreziosita dalla presenza di cernie, murene e magnose.
Nel caso in cui decidiamo di perimetrare la secca sul fondo, possiamo osservare cernie ed enormi murene. Passati da un archetto di roccia ricco di incrostazioni variopinte e finito il fondo sabbioso scorgiamo, tra nuvole di saraghi, alcuni grandi blocchi rocciosi piatti. Tra i due più grandi si apre un corridoio che sulla di sinistra conduce ad una profonda tana riparo di cernie, corvine e mostelle.
Per ritornare verso la secca ci si imbatte su due vecchie ancore, risalendo la parete ci passiamo attraverso una sella ( circa 20 metri) delimitata a destra da un pinnacolo, per trovarci quindi su un canalone in cui vi è un’ancora il cui fusto è spezzato. Questo canalone risale obliquo fin quasi il sommo della secca, ed alla sua fine, ad una profondità di 18-20 metri, vi è una profonda tana frequentata da cernie e da grossi gronchi.
A questo punto possiamo perimetrare la sommità della secca per concludere il giro ed rivedere sul lato nord i dotti e i barracuda.
Quindi risaliamo lungo la cima del gavitello facendo attenzione a non distaccarcene mai.